Gli intramontabili anni ’80 sono i protagonisti della rapida modernizzazione.

La società italiana abbandona in questi anni i caratteri dei decenni precedenti ponendo al centro un nuovo spirito che ricerca la libertà individuale, la soddisfazione professionale e il guadagno. Prende vita un’Italia vivace che guarda verso la crescita dei processi aggregativi legati ai consumi e alla cultura di massa.

Gli anni 80 sono considerati il decennio di transizione, un passaggio tra due universi socioculturali diversi, in cui si sovrappongono fenomeni novecenteschi ormai in dissoluzione con stimoli del secolo che stava per aprirsi. Il benessere raggiunto alimenta la voglia di curiosare oltre, di confrontarsi con realtà diverse con spensieratezza, arricchendo anche il panorama musicale che vede emergere nuovi generi, tra cui il punk, il pop, la New Wave, il rock’n’roll, il soul, il funky e il blues. La tecnologia è finalmente una realtà alla portata di tutti, l’uso del sintetizzatore è più intuitivo, è possibile sperimentare e creare liberamente. Inoltre, è il decennio in cui al mondo si sono venduti più vinili.

Le cose andavano bene e il costo dell’energia non era un problema; quindi, si costruiva senza pensare che probabilmente, un domani, sarebbe stato fondamentale ridurre al minimo i consumi. Cambiano le esigenze ed anche il modo di abitare e di vivere la casa che si colora con tinte sgargianti, tonalità forti, luminose, esuberanti ed in netto contrasto con le pareti. Tra le prime idee, oltre l’immancabile colore, troviamo la combinazione di fantasie geometriche per l’illuminazione in perfetto stile retrò, l’unione di materiali diversi per tappezzare sedie e poltrone, l’utilizzo di materiali metallizzati per far splendere i pensili o della briosa carta da parati e, cosa più importante, oggetti d’arredo originali e diversi tra loro in linea con tendenza del periodo.

Il benessere economico si rispecchia anche nel tempo libero, cresce in modo esponenziale la voglia di vivere nuove ed intense emozioni tra arte e cultura, ovviamente sfoggiando un look d’alta classe a teatro.
Questo è il decennio della grande ricostruzione del Teatro Carlo Felice di Genova, il cui progetto fu assegnato agli architetti Ignazio Gardella, Fabio Reinhart e Aldo Rossi. Quest’ultimo ha anche collaborato con il progettista Luca Meda e, in collaborazione con il Gruppo Molteni, per la realizzazione della sedia “Teatro” racchiudendo la semplicità di un oggetto che entrerà a far parte anche della tradizione familiare. Il rigore della struttura, in legno di noce o laccata, si addolcisce nell’attenzione alle proporzioni, alle superfici imbottite, alle curve appena accennate, come nel ricciolo che incornicia lo schienale. La sedia “Teatro” è espressione di una semplicità in netto contrasto con lo stile di quel decennio, ma capace di donare classe ad ogni ambiente, perché come dice il progettista Luca Meda:

"La semplicità non è buona di per sé, ma certo esiste una
semplicità che deriva dal lavoro delle generazioni."

“Teatro”, icona di design con la sua semplicità senza tempo, ha anche fatto parte in quegli anni dello showroom di Ermanno Dammacco Arredamenti.